sabato 23 aprile 2011

Roma che verrà


Vivo in una grande città, La grande città.
Come cittadina di Roma mi sento orgogliosa di far parte di questa splendida comunità. Peccato che ogni mattina quando esco di casa spesso riesco solo a raccogliere lamenti, commenti pessimi, solo lagnanze di chi questa città la abita ma non è capace di viverla.
Saper fare l'elenco di tutti i difetti di Roma non è difficile.
Amare i suoi pregi... questo sì che sta diventando l'impegno di pochi, troppo pochi...
Per fortuna che c'è sempre chi sa mettersi in gioco un po' più degli altri ed è capace di riunire le volontà di coloro che non amano lamentarsi a vuoto ma desiderano invece comunicare e condividere i disagi e anche le speranze per il futuro dell'Urbe... della città dei nostri figli.
C'è chi riesce a chiedersi cosa saremo capaci di fare e non dove andremo a finire (come in balia di una nave di cui si è perso ogni controllo). Perché siamo noi gli autori del nostro destino e i custodi della nostra cultura, responsabili di quello che verrà.
Il giornale "Roma che verrà" (http://www.romacheverra.it/) è un esempio di tutto quello che un cittadino può essere.
In bocca al lupo alla sua redazione e buon lavoro!

domenica 6 febbraio 2011

“Le emozioni dei bambini” di Isabelle Filliozat


In questo libro l’autrice affronta diversi aspetti della crescita emotiva del bambino e come i genitori possono affrontare gli ostacoli che sembrano insormontabili come il pianto, le paure, i “capricci” e la collera.

I. Filliozat parte dal presupposto che nessuna emozione e nessuna rappresentazione di queste è un evento da sottovalutare, nascondere o evitare ma anzi da ascoltare, accogliere e valorizzare per riuscire a costruire la fiducia nel proprio figlio e in se stessi.

Chiunque abbia a che fare con un bambino dovrebbe porsi sempre domande che mettono in discussione i propri pregiudizi e le conoscenze anche professionali, saper riconoscere i differenti stati emotivi attraverso l’ascolto attivo e accettare soprattutto che la vita è un percorso irto di difficoltà e novità travolgenti che non sempre si possono evitare o nascondere .

Uno degli aspetti di questo libro che mi ha indotto particolarmente a riflettere è stato il modo in cui l’autrice definisce la collera.

La collera è uno di quei tabù emotivi che spesso i genitori impongono ai figli. Come il pianto, le lagnanze, le bugie e a volte le paure l’espressione della collera viene visto come un evento negativo per il rapporto familiare e sociale in generale provocatore di reazioni violente o imbarazzanti. Tutto questo perché si associa generalmente il termine collera al termine violenza, ma non è una relazione in realtà così stretta.

La violenza tende ad allontanare l’altro, è questo il suo obiettivo principale (tralasciando in questa sede le motivazioni più profonde) mentre la collera è l’espressione di un bisogno di ristabilire un equilibrio, la risposta ad una frustrazione, la difesa dei propri desideri, del proprio essere che non esclude però a priori una comunicazione con l’altro ma anzi la ricerca. L’espressione della collera rientra nel normale processo di accettazione di un evento. Quando un bambino non riesce ad accettare una decisione od una situazione impostagli affronta una serie di emozioni per maturare la rinuncia: la negazione, la collera, la contrattazione, la tristezza e l’accettazione. Si tratta di un susseguirsi anche irregolare di sentimenti che però sono necessari per affrontare un ostacolo che agli occhi del bambino risulta troppo grande da superare, non ha importanza che sia semplicemente la negazione del secondo giro sulla giostra o il ritardo della mamma per la poppata mattutina!

Un bambino che esplode in un impeto collerico può spaventare, dà l’impressione di essere fuori controllo e pronto a scattare violentemente contro tutti, se si prede la decisione di sottolineare questa tendenza violenta con frasi tipo “visto come sei cattivo?” il bambino si convincerà di esserlo ed utilizzerà la muta violenza come sfogo invece della chiassosa collera. Se invece ci facciamo coraggio e riusciamo a superare l’attimo di paura- vergogna- rabbia che naturalmente siamo portati a sentire in quell’istante e decidiamo di ascoltare l’emozione e rispettarla, forse insieme potremo trovare una soluzione più positiva alla collera del bambino e perché no anche nostra! (un’alternativa alla giostra, l’anticipo della poppata e così via). Con il tempo le tecniche si potranno affinare insieme permettendo così a tutta la famiglia di crescere insieme in armonia e nel rispetto delle emozioni di tutti!


martedì 1 febbraio 2011

Petizione MOBILITAZIONE NAZIONALE DONNE


Per essere cittadini bisogna impegnarsi.
Non basta votare un rappresentante ogni tanto, è necessario partecipare alla "res publica", condividere idee per il presente e progetti per il futuro. Ogni tanto è importante chiarire la nostra visione di società aderendo come meglio si crede a movimenti e iniziative. Perché il movimento è ciò che rende vivo il nostro universo, e noi con lui!
Per questo chiedo a tutti di leggere questa petizione e decidere se condividere o no.
L'importante è comunque decidere e riflettere su cosa vogliamo per noi e per i nostri figli.
Grazie!

mercoledì 26 gennaio 2011

Benefici del massaggio infantile per le mamme con depressione post-natale


di Vivette Glover, Katsuno Onozawa e Alison Hodgkinson Queen Charlotte's and Chelsea Hospital (luglio 2002).

L'articolo illustra come il corso di massaggio IAIM possa aiutare le mamme che soffrono di depressione post-natale.

Stabilito che la depressione è un male che affligge un numero non insignificante di donne (circa il 10% delle

neo-mamme) le autrici decidono di condurre uno studio comparato su due gruppi di genitori in cui è stato riscontrato presso il Queen Charlotte's and Chelsea Hospital di Edimbugo lo stato di depressione post-natale materno. Ai due gruppi omogenei è stata somministrata una diversa terapia: al primo è stato permesso di usufruire del controllo psicologico e del sostegno farmacologico fornito dall'ospedale secondo le terapie standard, al secondo è stato sottoposto un corso di massaggio infantile dell'IAIM.

La cura di una donna che soffre di depressione dopo il parto è importante non solo per l'integrità mentale di questa, ma anche per dare la possibilità al bambino (o bambina ovviamente) di godere dei benefici del contatto sano con la madre. E' riscontrato infatti nei neonati un atteggiamento di “imitazione” del comportamento materno. Essendo la madre il loro unico punto fermo, i neonati tendono ad

identificarsi con essa e a “copiare” i suoi stati d'animo, diventando così spesso imprevedibili, eccessivamente chiusi, irritabili o addirittura depressi (il termine copiare deve essere inteso non come atteggiamento consapevole ma come naturale conseguenza dell'attaccamento che il bambino cerca di instaurare con la madre). Questi comportamenti “difficili” si insediano nella natura del piccolo e tendono a rimanere, attivi o latenti, almeno fino ai 18 mesi, ma spesso continuano a creare problemi legati ai normali processi di apprendimento e di crescita anche oltre questa età.

L'articolo illustra come il corso di massaggio IAIM possa aiutare le mamme che soffrono di depressione post-natale.

Stabilito che la depressione è un male che affligge un numero non insignificante di donne (circa il 10% dell

e neo-mamme) le autrici decidono di condurre uno studio comparato su due gruppi di genitori in cui è stato riscontrato presso il Queen Charlotte's and Chelsea Hospital di Edimbugo lo stato di depressione post-natale materno. Ai due gruppi omogenei è stata somministrata una diversa terapia: al primo è stato permesso di usufruire del controllo psicologico e del sostegno farmacologico fornito dall'ospedale secondo le terapie standard, al secondo è stato sottoposto un corso di massaggio infantile dell'IAIM.

La cura di una donna che soffre di depressione dopo il parto è importante non solo per l'integrità mentale di questa, ma anche per dare la possibilità al bambino (o bambina ovviamente) di godere dei benefici del contatto sano con la madre. E' riscontrato infatti nei neonati un atteggiamento di “imitazione” del comportamento materno. Essendo la madre il loro unico punto fermo, i neonati tendon

o ad identificarsi con essa e a “copiare” i suoi stati d'animo, diventando così spesso imprevedibili, eccessivamente chiusi, irritabili o addirittura depressi (il termine copiare deve essere inteso non come atteggiamento consapevole ma come naturale conseguenza dell'attaccamento che il bambino cerca di instaurare con la madre). Questi comportamenti “difficili” si insediano nella natura del piccolo e tendono a rimanere, attivi o latenti, almeno fino ai 18 mesi, ma spesso continuano a creare problemi legati ai normali processi di apprendimento e di crescita anche oltre questa età.

Tornando allo studio di Glover, Onosawa e Hodgkinson. Avendo appreso come il massaggio avesse già fornito risultati positivi sui bambini in TIN o nei casi d'immaturità del sistema gastrointestinale (es. coliche e stipsi) o in altri episodi, le autrici hanno stabilito come obiettivo principale il miglioramento della comunicazione e quindi del bounding tra neonato e madre e in seguito l'eventuale variazione dello stato depressivo di quest'ultima. Il metodo di osservazione usato è stato la registrazione video all'inizio ed alla fine del trattamento.

Quello che le autrici hanno potuto riscontrare è stata una notevole differenza tra i due gruppi con il significativo miglioramento dei partecipanti al gruppo frequentante il corso di massaggio infantile.

Miglioramento in che senso? Molto semplice: mentre attraverso la cura farmacologica e la consulenza riuscivano solo a favorire lo stato della madre, il corso di massaggio è riuscito a stabilire un miglioramento anche nel rapporto tra madre e bambino. Una delle motivazioni scientifiche proposte dalle autrici è il rapporto tra massaggio e rilascio di ossitocina. E' provato infatti che massaggiare favorisce la produzione di questa sostanza che favorisce a suo tempo la naturale predisposizione della madre nei confronti della cura del suo cucciolo (il termine “cucciolo” è voluto per sottolineare che l'ossitocina agisce non solo tra umani ma in tutti i mammiferi). Ma naturalmente un semplice processo chimico, per quanto importante sia, non può risolvere tutti i problemi. Un ruolo determinante lo ha giocato la dinamica del corso stesso. Come ci viene insegnato a noi “aspiranti insegnanti” ogni passaggio del coso serve per rafforzare la consapevolezza del genitore, per condividere le difficoltà e gioire dei piccoli traguardi. La facilitazione dei rapporti promossa e praticata dagli insegnanti ha aiutato le mamme di questo corso ad affrontare questa nuova esperienza a piccoli passi e con il continuo supporto di un gruppo, del proprio compagno ma soprattutto del loro amore e dell'amore di loro figlio.

L'articolo si conclude con uno spunto molto interessante sulla possibilità di usare i gruppi di massaggio come terapia standard nei casi di comprovata depressione post-natale: considerato le enormi spese sostenute dal sistema sanitario pubblico per curare e sostenere le mamme con questo problema e per curare poi i diversi problemi di disturbo del sonno e dell'apprendimento nei bambini, aiutare con il massaggio infantile risulta una soluzione a lungo termine sicuramente più conveniente per tutti.

Ho scelto di commentare lo studio perché ho notato nei miei corsi che la depressione nelle neo-mamme è una realtà praticamente quasi sempre presente. A volte è latente, a volte soffocata, a volte manifesta. Spesso è solo un forte bisogno di fare la cosa giusta, e la paura di non riuscire fa star male.

Credo che in molti di questi casi ci sia solo bisogno di un maggiore supporto da parte degli “esperti” e un maggior spirito di comprensione e disponibilità, perché essere umani e quindi non perfetti a volte pesa di più!

Nell'ottica la proposta di inserire il massaggio infantile nelle strutture pubbliche risulta essere a mio parere un'idea vincente in quanto permetterebbe alle famiglie di usufruire di un servizio realmente utile e gratificante che spesso è in grado di unire diversi aspetti legati all'evento della nascita (supporto psicologico, sostegno e condivisione con i pari, scambio di informazioni utili...).

Qualcuno potrebbe rispondere che esistono diverse associazioni che permettono la frequentazione di corsi IAIM, ma la differenza sostanziale tra un corso a pagamento privato e un corso presso una struttura pubblica sta nella consapevolezza in quest'ultimo caso di usufruire di un servizio per diritto, il che è fondamentale nella visione di una società civile attenta ed egualitaria dove crescere bambini felici e compassionevoli in una famiglia il più lontano possibile dalla depressione!Tornando allo studio di Glover, Onosawa e Hodgkinson. Avendo appreso come il massaggio avesse già fornito risultati positivi sui bambini in TIN o nei casi d'immaturità del sistema gastrointestinale (es. coliche e stipsi) o in altri episodi, le autrici hanno stabilito come obiettivo principale il miglioramento della comunicazione e quindi del bounding tra neonato e madre e in seguito l'eventuale variazione dello stato depressivo di quest'ultima. Il metodo di osservazione usato è stato la registrazione video all'inizio ed alla fine del trattamento.

Quello che le autrici hanno potuto riscontrare è stata una notevole differenza tra i due gruppi con il significativo miglioramento dei partecipanti al gruppo frequentante il corso di massaggio infantile.

Miglioramento in che senso? Molto semplice: mentre attraverso la cura farmacologica e la consulenza riuscivano solo a favorire lo stato della madre, il corso di massaggio è riuscito a stabilire un miglioramento anche nel rapporto tra madre e bambino. Una delle motivazioni scientifiche proposte dalle autrici è il rapporto tra massaggio e rilascio di ossitocina. E' provato infatti che massaggiare favorisce la produzione di questa sostanza che favorisce a suo tempo la naturale predisposizione della madre nei confronti della cura del suo cucciolo (il termine “cucciolo” è voluto per sottolineare che l'ossitocina agisce non solo tra umani ma in tutti i mammiferi). Ma naturalmente un semplice processo chimico, per quanto importante sia, non può risolvere tutti i problemi. Un ruolo determinante lo ha giocato la dinamica del corso stesso. Come ci viene insegnato a noi aspiranti insegnanti ogni passaggio del coso serve per rafforzare la consapevolezza del genitore, per condividere le difficoltà e gioire dei piccoli traguardi. La facilitazione dei rapporti promossa e praticata dagli insegnanti ha aiutato le mamme di questo corso ad affrontare questa nuova esperienza a piccoli passi e con il continuo supporto di un gruppo, del proprio compagno ma soprattutto del loro amore e dell'amore di loro figlio.

L'articolo si conclude con uno spunto molto interessante sulla possibilità di usare i gruppi di massaggio come terapia standard nei casi di comprovata depressione post-natale: considerato le enormi spese sostenute dal sistema sanitario pubblico per curare e sostenere le mamme con questo problema e per curare poi i diversi problemi di disturbo del sonno e dell'apprendimento nei bambini, aiutare con il massaggio infantile risulta una soluzione a lungo termine sicuramente più conveniente per tutti.

Ho scelto di commentare lo studio perché ho notato nei miei corsi che la depressione nelle neo-mamme è una realtà praticamente quasi sempre presente. A volte è latente, a volte soffocata, a volte manifesta. Spesso è solo un forte bisogno di fare la cosa giusta, e la paura di non riuscire fa star male.

Credo che in molti di questi casi ci sia solo bisogno di un maggiore supporto da parte degli “esperti” e un maggior spirito di comprensione e disponibilità, perché essere umani e quindi non perfetti a volte pesa di più!

Nell'ottica la proposta di inserire il massaggio infantile nelle strutture pubbliche risulta essere a mio parere un'idea vincente in quanto permetterebbe alle famiglie di usufruire di un servizio realmente utile e gratificante che spesso è in grado di unire diversi aspetti legati all'evento della nascita (supporto psicologico, sostegno e condivisione con i pari, scambio di informazioni utili...).

Qualcuno potrebbe rispondere che esistono diverse associazioni che permettono la frequentazione di corsi IAIM, ma la differenza sostanziale tra un corso a pagamento privato e un corso presso una struttura pubblica sta nella consapevolezza in quest'ultimo caso di usufruire di un servizio per diritto, il che è fondamentale nella visione di una società civile attenta ed egualitaria dove crescere bambini felici e compassionevoli in una famiglia il più lontano possibile dalla depressione!