domenica 6 febbraio 2011

“Le emozioni dei bambini” di Isabelle Filliozat


In questo libro l’autrice affronta diversi aspetti della crescita emotiva del bambino e come i genitori possono affrontare gli ostacoli che sembrano insormontabili come il pianto, le paure, i “capricci” e la collera.

I. Filliozat parte dal presupposto che nessuna emozione e nessuna rappresentazione di queste è un evento da sottovalutare, nascondere o evitare ma anzi da ascoltare, accogliere e valorizzare per riuscire a costruire la fiducia nel proprio figlio e in se stessi.

Chiunque abbia a che fare con un bambino dovrebbe porsi sempre domande che mettono in discussione i propri pregiudizi e le conoscenze anche professionali, saper riconoscere i differenti stati emotivi attraverso l’ascolto attivo e accettare soprattutto che la vita è un percorso irto di difficoltà e novità travolgenti che non sempre si possono evitare o nascondere .

Uno degli aspetti di questo libro che mi ha indotto particolarmente a riflettere è stato il modo in cui l’autrice definisce la collera.

La collera è uno di quei tabù emotivi che spesso i genitori impongono ai figli. Come il pianto, le lagnanze, le bugie e a volte le paure l’espressione della collera viene visto come un evento negativo per il rapporto familiare e sociale in generale provocatore di reazioni violente o imbarazzanti. Tutto questo perché si associa generalmente il termine collera al termine violenza, ma non è una relazione in realtà così stretta.

La violenza tende ad allontanare l’altro, è questo il suo obiettivo principale (tralasciando in questa sede le motivazioni più profonde) mentre la collera è l’espressione di un bisogno di ristabilire un equilibrio, la risposta ad una frustrazione, la difesa dei propri desideri, del proprio essere che non esclude però a priori una comunicazione con l’altro ma anzi la ricerca. L’espressione della collera rientra nel normale processo di accettazione di un evento. Quando un bambino non riesce ad accettare una decisione od una situazione impostagli affronta una serie di emozioni per maturare la rinuncia: la negazione, la collera, la contrattazione, la tristezza e l’accettazione. Si tratta di un susseguirsi anche irregolare di sentimenti che però sono necessari per affrontare un ostacolo che agli occhi del bambino risulta troppo grande da superare, non ha importanza che sia semplicemente la negazione del secondo giro sulla giostra o il ritardo della mamma per la poppata mattutina!

Un bambino che esplode in un impeto collerico può spaventare, dà l’impressione di essere fuori controllo e pronto a scattare violentemente contro tutti, se si prede la decisione di sottolineare questa tendenza violenta con frasi tipo “visto come sei cattivo?” il bambino si convincerà di esserlo ed utilizzerà la muta violenza come sfogo invece della chiassosa collera. Se invece ci facciamo coraggio e riusciamo a superare l’attimo di paura- vergogna- rabbia che naturalmente siamo portati a sentire in quell’istante e decidiamo di ascoltare l’emozione e rispettarla, forse insieme potremo trovare una soluzione più positiva alla collera del bambino e perché no anche nostra! (un’alternativa alla giostra, l’anticipo della poppata e così via). Con il tempo le tecniche si potranno affinare insieme permettendo così a tutta la famiglia di crescere insieme in armonia e nel rispetto delle emozioni di tutti!


Nessun commento:

Posta un commento